Obturator prostheses following palatal resection: clinical cases
Protesizzazione mediante otturatore dopo resezione palatale: casi clinici
G. Tirelli, R. Rizzo1, M. Biasotto1, R. Di Lenarda1, B. Argenti1, A. Gatto, F. Bullo
1 ENT Clinic, Head and Neck Department, Hospital of Cattinara, 1 Odontoiatric and Stomatological Clinic, Maggiore Hospital, University of Trieste, Italy
Summary
Malignant tumours of the upper gum and hard palate account for 1-5% of malignant neoplasms of the oral cavity; two thirds of the lesions which involve these areas are squamous cell carcinomas. Most of these carcinomas are diagnosed late, when they invade the underlying bone. The procedures of choice for removal are: alveolectomy, palatectomy, maxillectomy, which may be total or partial. Surgical reconstruction of the defect may be carried out using a wide range of microvascularized flaps: osteomuscolocutaneous of the internal iliac crest, an osteocutaneous flap of the fibula or scapula, fascia, or osteocutaneous radial flap, or a pedicled flap of temporal muscle. These flaps are supported by single or multiple obturator prostheses. Rehabilitation via palatal obturators is preferred in patients with a poor prognosis or in weak condition. Rehabilitation aims to: restore the separation between the oral and nasal cavities, enable the patient to swallow, maintain or provide mastication, sufficient occlusion and mandibular support, support the soft facial tissues, re-establish speech and restore an aesthetically pleasing smile. Hence, it is crucial to work in close cooperation with the staff who makes the prosthesis and who evaluates the case when the surgery is planned and obtains the necessary gnatological, anatomical and functional information. Thereafter, during the surgical stage, for the immediate obturators, or in the successive days, for the temporary obturators, work is devoted to making the prostheses. In this regard, the Odonto-prostheses Service of the Stomatological Clinic does not follow a rigid protocol but materials and techniques are selected on a personal basis, according to the features of each individual clinical case. Mobile rehabilitative systems are the systems of choice, both of which related to the traditional concepts of retention and stability and systems of self-stabilizing prostheses according to J. Dichamp, albeit modified in materials, limiting, when possible the use of prostheses which are fixed on natural teeth, on appliances or combined.
Riassunto
I tumori maligni della gengiva superiore e del palato duro rappresentano l’1-5% delle neoplasie maligne del cavo orale ed i due terzi delle lesioni che coinvolgono tali aree sono carcinomi a cellule squamose. La maggior parte di questi carcinomi vengono diagnosticati tardivamente, quando invadono il tessuto osseo sottostante. Le procedure di scelta per l’asportazione sono: alveolectomia, palatectomia e maxillectomia, totale o parziale. La ricostruzione chirurgica del deficit può essere effettuata con una grande varietà di lembi microvascolarizzati: osteomuscolocutaneo di cresta iliaca interna, osteocutaneo di fibula o di scapola, fascio od osteocutaneo radiale; oppure con un lembo peduncolato di muscolo temporale. A questi si affianca la protesizzazione mediante otturatori palatali, in modo isolato o combinato. Nei pazienti defedati o con cattiva prognosi preferiamo la riabilitazione mediante otturatori palatali. Gli obiettivi che questa persegue sono: ripristinare la separazione tra cavità nasale e orale, permettere la deglutizione, mantenere o fornire masticazione, occlusione e sostegno mandibolare adeguati, sostenere i tessuti molli del volto, ristabilire la loquela ed una consona estetica del sorriso. È pertanto di assoluta importanza la stretta collaborazione con il protesista riabilitatore che valuta il caso durante la fase di programmazione chirurgica, raccogliendone le necessarie informazioni gnatologiche, anatomiche e funzionali. In seguito, durante la fase chirurgica per gli otturatori immediati o nei giorni successivi per gli otturatori temporanei, si procede all’allestimento dei manufatti. A questo proposito il Servizio di Odontoprotesi della U.O. di Clinica Stomatologica non segue rigidi protocolli, ma stanti le diversità che configurano ogni caso clinico, personalizza volta per volta materiali e tecniche. La scelta è di preferire sistemi riabilitativi mobili, siano essi legati ai concetti tradizionali di ritenzione e stabilità che a quelli della protesi autostabile secondo J. Dichamp, seppur modificata nei materiali, limitando quanto più possibile il ricorso a soluzioni protesiche fisse su denti naturali, su impianti o combinate.